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La storia giudiziaria

ROMA - L'arresto 'consensuale' di Julian Assange è arrivato al termine di settimane convulse durante le quali si è fatto sempre più stretto il cerchio intorno al fondatore di Wikileaks che fa ha messo in fibrillazione le cancellerie di mezzo mondo. Il 18 novembre la procura svedese ha riaperto a sorpresa un dossier contro l' australiano - accusato da due donne svedesi di stupro, molestie e coercizione - e il tribunale di Stoccolma, lo stesso giorno, ha emesso un mandato d'arresto internazionale (in contumacia) nei confronti del 39.enne 'hacker'.

Le accuse erano state formulate alla fine di agosto, dopo la denuncia delle due presunte vittime. Il primo settembre la procura svedese ha deciso di procedere con le indagini, garantendo però ad Assange, il 19 settembre, la libertà di lasciare la Svezia, Paese scelto come base per la tutela di cui godono i giornalisti.

Il 'padre' di Wikileaks ha sempre respinto le accuse, ritenendo di essere vittima di una campagna di discredito a causa della valanga di rivelazioni contenute nei 'cable' riservati trasmessi da oltre 260 ambasciate Usa al dipartimento di Stato. E il 3 novembre è passato al contrattacco, dicendosi pronto a intentare causa contro le autorità svedesi per il "danno di immagine" causato dall'inchiesta. Ma il primo dicembre l'Interpol ha emesso un 'red notice', un mandato di cattura internazionale, definito "ridicolo" e "inusuale" dai legali di Assange, dietro il quale in molti hanno visto l'intervento incrociato di molti servizi di intelligence.

E la vicenda ha assunto i contorni del giallo, con Assange introvabile ma 'segnalato' in Gran Bretagna dove, forse, é arrivato in ottobre: con Scotland Yard a conoscenza del suo nascondiglio, ma con l'agenzia anticrimine britannica Soca che non ha autorizzato l'arresto per un errore nella redazione del mandato d'arresto svedese dove mancavano alcuni dettagli. Il giorno dopo, l'Alta corte svedese ha respinto la richiesta d'appello presentata da Assange. E' a questo punto, e in seguito alla 'correzione' del mandato d'arresto, che gli avvocati del fondatore di Wikileaks hanno iniziato le trattative con Scotland Yard per la resa che si sono concluse con l'arresto a Londra.

ECCO GLI STRALCI DELL'INCHIESTA IN SVEZIA - Ci sarebbero motivazioni economiche e non la Cia dietro alle denunce presentate da due donne svedesi contro Julian Assange. Lo sottolineano i responsabili di Wikileaks a Stoccolma, citati dal britannico Guardian che oggi pubblica stralci dell'inchiesta avviata contro l'australiano a Stoccolma. "Non e' la Cia che ha mandato un agente in minigonna: questa e' una normale indagine di polizia su una vicenda che riguarda Julian e due donne", ha detto uno dei responsabili di Wikileaks a Stoccolma. "Motivazioni economiche e vendetta", dietro la denuncia, assicura il legale svedese Bjorn Hurtig.

I dieci giorni di Assange in Svezia iniziano l'11 agosto 2010: "Miss A." una delle due accusatrici (il Guardian non fa i nomi ma A e' Anna Ardin mentre W e' Sofia Wilen), organizza il viaggio per un convegno e da' le chiavi di casa al fondatore di Wikileaks, "perche' sarebbe rimasta fuori per un po' di tempo", si legge negli stralci "non autorizzati" pubblicati dal Guardian. Il 13 pero' torna a sorpresa, e i due escono insieme a cena. Al rientro, Assange inizia a spogliarla, lei prima rifiuta - ha testimoniato alla polizia Miss A. - poi pero' "era troppo tardi per fermarlo", quindi acconsente. Assange, dopo le ripetute richieste della donna, accetta di mettere un preservativo ma fa "qualcosa con il profilattico" che quindi risulto' essere rotto. A quel punto, racconta la donna alla polizia senza lesinare dettagli, "Assange ha fatto sesso lo stesso", non curandosi del preservativo bucato. L'australiano continuera' a dormire in casa di Miss A. per altri sette giorni. Il 14 agosto, Assange incontra "Miss W.", l'altra sua accusatrice.

Dopo un convegno organizzato da Miss A., le due donne vanno a pranzo insieme con l'australiano e alcune persone del suo staff. Successivamente, Miss W. e Julian si separano dal gruppo e finiscono in un cinema, dove si scambiano baci appassionati. Quella sera, Miss A. organizza un party in onore di Assange in casa sua, dove l'australiano continua a dormire. Il 16 agosto, Miss W. contatta nuovamente il fondatore di Wikileaks e lo invita a casa per la sera. I due iniziano a fare sesso, ma si fermano perche' Assange rifiuta di mettere un preservativo, e decide di mettersi a dormire. "Poi ci siamo svegliati, e abbiamo fatto sesso quando ha accettato a malincuore di mettersi il profilattico", dice la donna, che la mattina dopo va a comprare la colazione poi si infila di nuovo sotto le lenzuola con Assange. Si risveglia piu' tardi, dopo che l'australiano aveva ripreso a fare sesso: "Hai messo il preservativo?", "No" risponde Assange.

Il 20 agosto, un venerdi', le due donne scoprono casualmente della doppia relazione: si incontrano e dopo ripetute richieste ad Assange di fare il test Hiv (l'australiano alla fine accetta, ma non lo fa perche' la clinica e' chiusa), vanno alla polizia per denunciarlo. La sera stessa la vicenda finisce sul quotidiano svedese Expressen. Dalle carte, afferma l'avvocato svedese di Assange, Bjorn Hurtig, si comprende che "entrambe non volevano una inchiesta per stupro, ma costringerlo a fare il test Hiv". Sempre secondo l'avvocato, le motivazioni che hanno mosso Miss A. e Miss W. sono di natura economica, "pensavano di fare qualche soldo con una intervista a un quotidiano", e passionali, "si volevano vendicare".

CHI È ANNA, L'ACCUSATRICE FORSE SPIA - 'Anna la cubana', cristiana fondamentalista, forse spia della Cia, femminista impegnata che sembra non aver retto alle critiche delle sue 'compagne di battaglia', donne del calibro di Naomi Klein e Naomi Wolf, e aver per questo abbandonato l'affaire Wikileaks. E' gia' un personaggio Anna Ardin, una delle due grandi accusatrici di Julian Assange, sfuggente, dalle origini incerte, in grado di dissolversi nel nulla, proprio come l'hacker australiano prima dell'arresto. E la sua stessa uscita di scena, se tale poi sara', ha i contorni del romanzo: Anna, provata dalle critiche delle femministe che hanno attaccato la magistratura svedese definendo ''strumentale'' l'arresto di Assange per stupro, avrebbe deciso di non collaborare piu' con i pm.

E si sarebbe trasferita in Cisgiordania, nell'ambito di un'iniziativa cristiana per portare la pace tra israeliani e palestinesi. Ora la donna, cristiana integralista, si troverebbe a Yanoun, un paesino vicino alla contestata barriera tra stato ebraico e territori. Ma in passato l'accusatrice di Assange avrebbe frequentato molto l'Avana, tanto che i giornali locali l'hanno gia' ribattezzata 'Anna la cubana'. Secondo alcuni, sarebbe addirittura nata a Cuba. Di certo l'ha visitata diverse volte come rappresentante dei socialidemocratici svedesi, lavorando a fianco dei dissidenti dell'isola e, forse, per la Cia. Ieri 'La Mesa Rendonda', il piu' noto programma politico cubano, ha dedicato un'intera puntata a Wikileaks.

E ad Anna. E le testimonianze non si sono fatte attendere: secondo alcuni giornalisti la donna in passato ''ha visitato Cuba dove si e' riunita con le Damas de Blanco ed altri gruppi dell'opposizione''. Ma non solo: Anna, secondo altre testimonianze, sarebbe legata a Carlos Alberto Montaner, un analista cubano che secondo l'Avana lavorerebbe per la Cia per mettere a punto ''piani anticubani''. E torna cosi' l'ipotesi che la femminista, integralista cristiana, forse cubana, sia anche una spia. E che all'Avana lavorasse per conto di gruppi ''finanziati dagli Usa contro Fidel Castro''. Una spia degli Stati Uniti, insomma, e, per molti, il passo verso le accuse ad Assange sarebbe breve.

Tóm tắt
Julian Assange è stato arrestato in seguito a un mandato d'arresto internazionale emesso dalla Svezia, dove era accusato di stupro e molestie. Le accuse sono state formulate da due donne svedesi dopo incontri con Assange nel 2010. Le indagini hanno rivelato motivazioni economiche e vendetta dietro le denunce. Una delle accusatrici, Anna Ardin, è stata descritta come una figura controversa, con presunte connessioni con la CIA e un coinvolgimento politico in Cuba. La vicenda ha suscitato polemiche e interrogativi sulla veridicità delle accuse e sulle motivazioni delle accusatrici.